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    المؤلفون: Dragotto, F, melchiorre sonia maria

    مصطلحات موضوعية: da parte di personaggi di spicco dello Star System hollywoodiano. Colata in tutti gli stampi testuali compresi tra la narrazione diffusa e il succinto tweet, seppur in misura inferiore, Spolpata dalle cronache nazionali e internazionali, alimentando un dibattito che, si è dimostrato spesso più interessato all’individuazione di ragioni utili a legittimare il Victim Blaming che a ricostruire le coordinate del contesto in primis psicologico nel quale si sarebbe consumata la violenza. Oggetto di innumerabili discorsi di odio, prodotti in lingua inglese e in lingua italiana, da altre attrici e, il racconto rappresentato dalla cronaca italiana costituisce un oggetto utile a investigare il sentimento sociale nei confronti di storie di violenza con protagoniste persone (in special modo donne) famose, del quale si testeranno i limiti di validità all’interno di sistemi diversi e di varietà diverse dello stesso sistema, Settore L-LIN/01 - Glottologia e Linguistica, la trama di questa vicenda ha tenuto e ad oggi ancora tiene significativo banco mediatico, stavolta estrapolato dalla ricca produzione social riconducibile ad account ora individuali, Spolpata dalle cronache nazionali e internazionali, la narrazione della violenza sessuale denunciata dall’attrice italiana Asia Argento ha funto da detonatore di una esplosiva sequela di coming out rivelatori di episodi analoghi subiti, da altre attrici e, seppur in misura inferiore, attori, da parte di personaggi di spicco dello Star System hollywoodiano. Colata in tutti gli stampi testuali compresi tra la narrazione diffusa e il succinto tweet, la trama di questa vicenda ha tenuto e ad oggi ancora tiene significativo banco mediatico, alimentando un dibattito che, nel caso italiano, si è dimostrato spesso più interessato all’individuazione di ragioni utili a legittimare il Victim Blaming che a ricostruire le coordinate del contesto in primis psicologico nel quale si sarebbe consumata la violenza. Oggetto di innumerabili discorsi di odio, il racconto rappresentato dalla cronaca italiana costituisce un oggetto utile a investigare il sentimento sociale nei confronti di storie di violenza con protagoniste persone (in special modo donne) famose, nei confronti delle quali si attivano reazioni di sdegno frammisto alla colatura dei più beceri stereotipi di genere. Muovendo dall’analisi quantitativa e qualitativa di un corpus di testi incentrati su questa vicenda, prodotti in lingua inglese e in lingua italiana, chi scrive si ripropone di far emergere luoghi di contatto e di separazione tra le diverse forme della cronaca, unitamente alle costellazioni lessicali, semantiche e pragmatiche che le hanno sostanziate. Correderà questa analisi quella di un secondo corpus, stavolta estrapolato dalla ricca produzione social riconducibile ad account ora individuali, ora di gruppi noti per l’indefessa attività di comunicazione indignata intorno a vicende dell’attualità. Scopo ultimo del lavoro, sarà l’intercettazione dell’eventuale pattern linguistico e concettuale della violenza di genere, del quale si testeranno i limiti di validità all’interno di sistemi diversi e di varietà diverse dello stesso sistema, ora di gruppi noti per l’indefessa attività di comunicazione indignata intorno a vicende dell’attualità. Scopo ultimo del lavoro, chi scrive si ripropone di far emergere luoghi di contatto e di separazione tra le diverse forme della cronaca, la narrazione della violenza sessuale denunciata dall’attrice italiana Asia Argento ha funto da detonatore di una esplosiva sequela di coming out rivelatori di episodi analoghi subiti, attori, nei confronti delle quali si attivano reazioni di sdegno frammisto alla colatura dei più beceri stereotipi di genere. Muovendo dall’analisi quantitativa e qualitativa di un corpus di testi incentrati su questa vicenda, nel caso italiano, sarà l’intercettazione dell’eventuale pattern linguistico e concettuale della violenza di genere, unitamente alle costellazioni lessicali, semantiche e pragmatiche che le hanno sostanziate. Correderà questa analisi quella di un secondo corpus

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    المؤلفون: Guidi, Arianna

    مصطلحات موضوعية: secondariamente, all’interno del secondo capitolo si è scelto di riflettere sulle questioni maggiormente rilevanti e problematiche attinenti ai reati a concorso necessario impropri: in primis, primo fra tutti quello del concorso eventuale di persone nel reato. Dopodiché, la possibilità di punire o meno la condotta tipica, bensì di spostarla anche sul soggetto non punibile, se possano o meno essere qualificati come fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive improprie. Il confronto con la parte speciale ha permesso di evidenziare l’estrema delicatezza dell’operazione d’individuazione di fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive (in senso lato): anzitutto, Oggetto del presente lavoro è stata la tematica dei reati a concorso necessario (detti anche plurisoggettivi): una categoria penalistica scarsamente presa in considerazione da parte della dottrina e giurisprudenza più recenti, eppure dai risvolti sistematici di un certo rilievo, in quanto coinvolge profili sia di parte generale che speciale del diritto penale. L’indagine è partita dal piano definitorio e classificatorio: sono state riportate dettagliatamente le diverse tesi dottrinali sviluppatesi sul tema (suddivisibili in due macrocategorie, quella dei sostenitori di una concezione ampia di reato a concorso necessario e quella dei sostenitori di una concezione ristretta dello stesso), nonché le pronunce della Cassazione ritenute maggiormente significative. Un’attenzione particolare è stata dedicata alla delimitazione – in negativo – del campo d’indagine, tracciando le differenze intercorrenti fra i reati a concorso necessario (o plurisoggettivi, a seconda della terminologia impiegata) ed istituti ritenuti erroneamente contigui, primo fra tutti quello del concorso eventuale di persone nel reato. Dopodiché, all’interno del secondo capitolo si è scelto di riflettere sulle questioni maggiormente rilevanti e problematiche attinenti ai reati a concorso necessario impropri: in primis, la ratio che giustifica l’esenzione dalla pena in capo ad un soggetto, secondariamente, la possibilità di punire o meno la condotta tipica, nonché le eventuali condotte atipiche, poste in essere dal soggetto non punibile per mezzo dell’applicazione degli artt. 110 ss. c.p. in funzione incriminatrice. La panoramica di orientamenti dottrinali e giurisprudenziali quanto mai oscillanti e fra loro divergenti su questioni di particolare importanza, non è stata solo funzionale ad offrire al lettore una dettagliata ricognizione in generale, piuttosto, da questa è scaturita una vera e propria esigenza di (ri)considerare l’intera materia in modo organico e chiarificatore. Per tale ragione, nel terzo capitolo è stata introdotta una nuova definizione, in sostituzione a quella maggiormente impiegata da dottrina e giurisprudenza: “fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive”. Una definizione idonea a ricomprendere tutti quegli illeciti penali che, a livello astratto, presentano caratteristiche simili: il riscontro di una pluralità di soggetti e di condotte quali elementi costitutivi del fatto tipico. Pertanto, si è cercato di individuare i confini della categoria assumendo quale criterio di partenza il piano normativo astratto, in considerazione del fatto che ciò che il legislatore ha scelto di codificare come tipo criminoso è dato dall’insieme degli elementi oggettivi e soggettivi, i quali compaiono nella descrizione della norma incriminatrice. La visione d’insieme ha permesso di non limitare l’attenzione al solo soggetto punibile, bensì di spostarla anche sul soggetto non punibile, il quale, con la sua condotta rientrante fra gli elementi oggettivi del fatto tipico, contribuisce alla configurabilità del reato. Infine, all’interno del quarto capitolo si è proceduto all’analisi dei principali reati classificati da parte della dottrina come a concorso necessario impropri, per verificare, tenuto conto della nuova definizione proposta, se possano o meno essere qualificati come fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive improprie. Il confronto con la parte speciale ha permesso di evidenziare l’estrema delicatezza dell’operazione d’individuazione di fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive (in senso lato): anzitutto, perché non sempre la pluralità di soggetti e di condotte costitutive del fatto tipico è oggetto di descrizione espressa, risultando alle volte ricavabile solo a seguito di un attento esame della tipologia e del significato delle parole impiegate dal legislatore, secondariamente, perché alle volte è facile lasciarsi confondere dal piano naturalistico della realtà concreta, mentre l’individuazione di una fattispecie incriminatrice in termini di plurisoggettività normativa dovrebbe avvenire, secondo l’impostazione adottata, a partire dal piano normativo astratto. Da ultimo, ci si è soffermati sul ruolo del soggetto non punibile che tenga rispettivamente la condotta tipica o una condotta ulteriore e diversa da quella descritta, cercando di offrire una possibile soluzione al problema. Nel primo caso, si è concluso per l’impossibilità di applicare l’art. 110 c.p. in funzione incriminatrice, pena la violazione delle garanzie proprie del sistema penalistico. Nel secondo, invece, si è concluso in senso affermativo, precisando che l’interprete è tenuto a prestare attenzione a diversi aspetti, fra cui il tipo d’equilibrio intercorrente fra le condotte dei soggetti parte della fattispecie incriminatrice normativamente plurisoggettiva impropria, nonché l’alterità effettiva della condotta atipica rispetto a quella descritta, pena la violazione dei principi di legalità, tipicità e certezza del diritto, tracciando le differenze intercorrenti fra i reati a concorso necessario (o plurisoggettivi, tenuto conto della nuova definizione proposta, poste in essere dal soggetto non punibile per mezzo dell’applicazione degli artt. 110 ss. c.p. in funzione incriminatrice. La panoramica di orientamenti dottrinali e giurisprudenziali quanto mai oscillanti e fra loro divergenti su questioni di particolare importanza, perché alle volte è facile lasciarsi confondere dal piano naturalistico della realtà concreta, non è stata solo funzionale ad offrire al lettore una dettagliata ricognizione in generale, in quanto coinvolge profili sia di parte generale che speciale del diritto penale. L’indagine è partita dal piano definitorio e classificatorio: sono state riportate dettagliatamente le diverse tesi dottrinali sviluppatesi sul tema (suddivisibili in due macrocategorie, all’interno del quarto capitolo si è proceduto all’analisi dei principali reati classificati da parte della dottrina come a concorso necessario impropri, nonché l’alterità effettiva della condotta atipica rispetto a quella descritta, la ratio che giustifica l’esenzione dalla pena in capo ad un soggetto, a partire dal piano normativo astratto. Da ultimo, precisando che l’interprete è tenuto a prestare attenzione a diversi aspetti, pena la violazione dei principi di legalità, nel terzo capitolo è stata introdotta una nuova definizione, cercando di offrire una possibile soluzione al problema. Nel primo caso, da questa è scaturita una vera e propria esigenza di (ri)considerare l’intera materia in modo organico e chiarificatore. Per tale ragione, a seconda della terminologia impiegata) ed istituti ritenuti erroneamente contigui, piuttosto, secondo l’impostazione adottata, presentano caratteristiche simili: il riscontro di una pluralità di soggetti e di condotte quali elementi costitutivi del fatto tipico. Pertanto, mentre l’individuazione di una fattispecie incriminatrice in termini di plurisoggettività normativa dovrebbe avvenire, si è concluso per l’impossibilità di applicare l’art. 110 c.p. in funzione incriminatrice, tipicità e certezza del diritto, in considerazione del fatto che ciò che il legislatore ha scelto di codificare come tipo criminoso è dato dall’insieme degli elementi oggettivi e soggettivi, in sostituzione a quella maggiormente impiegata da dottrina e giurisprudenza: “fattispecie incriminatrici normativamente plurisoggettive”. Una definizione idonea a ricomprendere tutti quegli illeciti penali che, perché non sempre la pluralità di soggetti e di condotte costitutive del fatto tipico è oggetto di descrizione espressa, ci si è soffermati sul ruolo del soggetto non punibile che tenga rispettivamente la condotta tipica o una condotta ulteriore e diversa da quella descritta, si è cercato di individuare i confini della categoria assumendo quale criterio di partenza il piano normativo astratto, a livello astratto, con la sua condotta rientrante fra gli elementi oggettivi del fatto tipico, nonché le pronunce della Cassazione ritenute maggiormente significative. Un’attenzione particolare è stata dedicata alla delimitazione – in negativo – del campo d’indagine, si è concluso in senso affermativo, quella dei sostenitori di una concezione ampia di reato a concorso necessario e quella dei sostenitori di una concezione ristretta dello stesso), Oggetto del presente lavoro è stata la tematica dei reati a concorso necessario (detti anche plurisoggettivi): una categoria penalistica scarsamente presa in considerazione da parte della dottrina e giurisprudenza più recenti, il quale, risultando alle volte ricavabile solo a seguito di un attento esame della tipologia e del significato delle parole impiegate dal legislatore, nonché le eventuali condotte atipiche, per verificare, invece, i quali compaiono nella descrizione della norma incriminatrice. La visione d’insieme ha permesso di non limitare l’attenzione al solo soggetto punibile, pena la violazione delle garanzie proprie del sistema penalistico. Nel secondo, eppure dai risvolti sistematici di un certo rilievo, contribuisce alla configurabilità del reato. Infine, fra cui il tipo d’equilibrio intercorrente fra le condotte dei soggetti parte della fattispecie incriminatrice normativamente plurisoggettiva impropria

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    المساهمون: Université de Montréal. Faculté de médecine. École de kinésiologie et des sciences de l'activité physique, Université du Québec à Montréal. Laboratoire arts vivants et interdisciplinarité, Université de Montréal. Laboratoire de recherche sur le geste musicien, Hôpital Sainte-Justine.‏ ‎Centre de recherche, Centre interdisciplinaire de recherche en musique, médias et technologie

    المصدر: Journal of Electromyography and Kinesiology. 54:102459

    وصف الملف: application/pdf

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