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Oggetto delle nostre riflessioni è la Novella 7 di Maioriano, emanata a Ravenna il 6 Novembre 458, indirizzata al prefetto del pretorio Basilio. La produzione normativa dell’anno 458 è corposa, se così si può dire (una decina di leggi in tutto, cui seguono un paio fra 459 e 460) e coincide con una stagione di notevoli successi militari che questo imperatore, piuttosto sconosciuto, dal profilo modesto di generale gallo romano gradito al senato, dalla vita politica breve, anzi brevissima (salito al potere nel 457, ucciso nel 461) consegue ottenendo il consolidamento del controllo dell’Italia . Maioriano intende chiaramente mettere un punto fermo e complessivo inteso a disciplinare il regime dei curiali specie sulla eventualità che essi fuggano nelle campagne, impoverendo le città e soprattutto i ruoli che essi sono tenuti a svolgere. E perciò la Novella ha un respiro molto ampio, prevedendo tipologie diverse di situazioni, ruotanti intorno al fatto che i curiali fuggitivi cerchino rifugio/protezione altrove rispetto alla curia e alla città (nei latifondi, nella Chiesa). E si concentra fra i vari aspetti sull’evenienza che quelli abbiano trovato accoglienza in fondi, da padroni che li hanno ospitati, magari consentendo o avallando unioni con loro schiave e colone. |